…era arrivato Toranaga e, indicando la guardia del corpo, gli aveva ordinato: “Anjin-san, dategli la vostra spada”. Blackthorne aveva obbedito subito e , prima ancora che si rendesse conto di quanto accadeva, il samurai aveva trapassato il vecchio. Il colpo era stato così violento e perfetto che il venditore d’olio aveva fatto un passo in avanti prima di cadere, tagliato in due all’altezza della vita. […] La guardia aveva pulito con cura la lama, usando la cintura di seta per proteggere l’acciaio. Soddisfatta l’aveva rinfilata nel fodero e restituita con poche parole, orgoglioso di aver potuto provare una simile lama. “Anjin-san – disse Mariko – Toranaga-sama suggerisce che voi diate alla spada il soprannome ‘Venditore d’Olio’, perché un tale colpo e una tale affilatezza meritano di essere ricordate con onore” (J. Clavell – Shogun)

La spada Katana non era meramente uno strumento di combattimento per il Samurai, bensì rappresentava il simbolo tangibile del suo onore: egli la investiva di potere spirituale e il suo uso era accompagnato da un rituale elaborato. Per fare un giuramento vincolante, il samurai giurava sulla sua spada. Le spade utilizzate in molte battaglie divenivano oggetti di venerazione e passavano da padre in figlio come segno di lealtà. La spada accompagnava tutta la vita del samurai: alla sua nascita, veniva posta accanto alla sua culla, e una volta morto, veniva adagiata accanto alla sua salma. Essa era spesso accostata a un Kami, una divinità, per il potere che deteneva nel dare la morte. La Katana aveva una propria anima e un proprio carattere, infusi dal fabbro nel corso della forgiatura. Era quindi indispensabile che tra il samurai e la katana esistesse sintonia, affinità, affinché, l’uno nelle mani dell’altra (e viceversa), potessero combattere onorevolmente: al fine di sancire questo legame, alla Katana veniva conferito un nome proprio (in molte culture, persino negli esorcismi, conoscere il nome proprio di uno strumento o dell’avversario significa poterlo controllare e ammansire o dominare).