La prossemica è la disciplina che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale che non verbale.
Hall ha osservato che la distanza tra le persone è correlata con la distanza fisica, ha definito e misurato quindi quattro “zone” interpersonali:
La distanza intima (0-45 cm).
La distanza personale (45-120 cm) per l’interazione tra amici.
La distanza sociale (1,2-3,5 metri) per la comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo.
La distanza pubblica (oltre i 3,5 metri) per le pubbliche relazioni.
Aggiungerei anche una distanza di sicurezza o meglio “tattica” , ossia una distanza minima rispetto all’interlocutore al fine di non esporre il proprio corpo a tecniche di presa, di leva, pugni o calci.
In merito alla distanza di sicurezza che tengono gli agenti di Polizia dei vari Paesi, si dice che negli U.S.A. questa si attesta intorno ai 5 metri, in Svizzera sui 2 metri.
In passato, in Oriente, la filosofia del combattimento a distanza assumeva estrema importanza proprio quando ci si trovava in battaglia contro nemici dotati di armi “lunghe”, o addirittura quando la situazione avversa imponeva di affrontare a mani nude un avversario armato di lama.
Nelle Arti Marziali antiche tutto questo era esaurientemente contemplato, pertanto ogni combattente studiava con dovizia non solo le tecniche di pugno o di calcio ma pure le relative distanze ed ognuna di queste prevedeva, a seconda della circostanza e dell’avversario, una diversa strategia di lotta.
In questo caso lo studio approfondito di un arte marziale può essere di vitale importanza
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