Il percorso di difesa personale, così come quello marziale, non può prescindere dalla perfetta padronanza del proprio corpo: sentirsi ed essere pronti a qualsiasi evenienza non è un mero apprendimento di tecniche da eseguirsi contro un avversario. Al contrario, questa rappresenta l’ultima ipotesi e l’estrema ratio.
La base sulla quale costruire la marzialità è un’approfondita conoscenza delle dinamiche che avvengono nel nostro corpo (un vero e proprio “sensore” di ciò che ci circonda e al quale non sfugge nulla), ed imparare, razionalizzando, tutti i segnali che esso ci lancia; a partire da come varia il nostro respiro nell’affrontare differenti situazioni, oppure tramite l’esperienza di privazioni sensoriali (ad esempio, come reagisco se non posso vedere e mi devo basare sui restanti quattro sensi?), o ancora cosa succede di fronte a inaspettate perdite di equilibrio; affrontando situazioni di “disagio” ricreate in un ambiente sicuro come un dojo o una palestra, si può arrivare a identificare quali segnali il corpo invia alla mente, comprenderli ed interpretarli; scopriremo nuove dimensioni di percezione dell’ambiente circostante, riducendo sensibilmente il pericolo inaspettato
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